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“Hamelin” – la magia delle storie

30 Agosto 2024

Carola Fasana

 Un cantastorie con il suo carretto itinerante, proveniente direttamente dalla tradizione del teatro di narrazione antica, Fabio Tinella, metafora dell’artista, mimo e circense contemporaneo, arriva in scena ad Arzo per raccontare e ricordare la conosciuta storia de “Il pifferaio magico” dei fratelli Grimm.  Il regista e drammaturgo, Tonio de Nitto, riesce abilmente a mantenere inalterato l’alone di mistero intorno alla sparizione dei 130 bambini in una versione estremamente poetica, divertente e a lieto fine pensata per incantare i bambini. E i genitori.

 

 

Il mistero è tangibile già all’ingresso nella sala dove, sospettosamente, i bambini vengono fatti accomodare prima mentre il pubblico adulto viene introdotto a gruppetti di 10; l’enigma continua quando a quest’ultimo sono date delle cuffie che si illuminano di rosso, perché quelle con la luce blu sono per i piccoli. Poi nel buio qualcuno dice di indossare le cuffie, si ubbidisce.

 

 

I primi 10 minuti gli spettatori sono guidati da una voce narrante che, con un tono di inchiesta giudiziaria, vuole far luce sul caso dei bambini scomparsi ad Hamelin, una piccola cittadina della Germania del Nord. In questo borgo la vita scorreva tranquilla e abitudinaria finché un giorno i topi hanno invaso la città bloccando tutti nelle loro case, i bambini non potevano più uscire a giocare e i negozi erano chiusi, la vita si era fermata all’improvviso. Un giorno però arriva un artista e porta la speranza. Così, i topi diventano un modo per parlare del Covid 19 e delle difficoltà dei due anni passati, il cantastorie rappresenta l’artista che, anche se spesso dimenticato e non tutelato dallo stato, è l’ingrediente necessario per superare momenti bui.

 

 

Il mimo-attore arriva con il suo teatrino itinerante e si rivolge subito ai bambini del pubblico seduti per terra, come nelle piazze medievali, affamati di storie lontane. Apre il suo carretto di marionette e inizia a raccontare, poi, apostrofandoli come se fossero gli abitanti di Hamelin, offre loro un patto: può aiutarli a liberare la città dai topi in cambio di un giusto compenso che rappresenta l’apprezzamento per la sua arte.  I bambini divertiti si lasciano coinvolgere in questo gioco di meta-teatro e concordano una cifra. Inizia così la caccia al topo scimmiottata come un buffo inseguimento.

 

 

Finalmente i topi sono  sconfitti e l’artista si aspetta che gli abitanti stiano ai patti, invece… A questo punto agli spettatori è chiesto di rimettere le cuffie, blu e rosse, e qualcosa di incredibile accade: dove il pubblico adulto resta in silenzio, sconvolto, quello dei piccoli ride a crepapelle. Subito dopo i bimbi si alzano, iniziano a mimare un’orchestra a fianco del “pifferaio magico” e piano piano lo seguono oltre un tendone, nel proscenio.

 

 

Dopo un po’ i bambini riappaiono, proprio come i bambini di Hamelin, contenti di rivedere i propri genitori, ma solo a patto che gli adulti mantengano le loro promesse, perché le promesse sono importanti! Tutto è finito al meglio, il mistero risolto, i bambini riuniti ai loro genitori. Parte la musica a tutto volume e l’attore invita il suo pubblico a ballare con lui sul palco, una danza liberatoria, creativa e spensierata.

 

 

 

Ph. Simone Mengani