Il Festival internazionale di narrazione di Arzo compie venticinque anni e torna dal 21 al 24 agosto 2025 con una nuova edizione serale tutta da scoprire.

 

Mondi che ci attraversano è il titolo che ci accompagna quest’anno: un invito ad accogliere storie, voci ed esperienze che ci raggiungono da luoghi e vissuti diversi, trasformandosi in incontri, ascolto e comunità.

 

Quattro giorni di teatro, musica e parole che si intrecciano tra piazze, corti e giardini, sotto il cielo di fine estate. Un festival pensato per tutte e tutti: adulti, bambine e bambini, viandanti curiosi e chiunque desideri condividere il piacere dell’ascolto e della narrazione.

 

I biglietti e gli abbonamenti si possono acquistare su biglietteria.ch

 

Con il pass AG cultura entrata gratuita a tutti gli spettacoli.

 

L’acquisto di un biglietto o di un abbonamento consente l’accesso gratuito ai mezzi pubblici per tutto il Ticino.

 

Nell’attesa, vi ricordiamo l’importanza di associarvi, un contributo per il festival sempre più prezioso: è possibile diventare sociə del Festival versando un importo minimo di fr. 50.—, sul conto corrente postale intestato ad Associazione Festival di narrazione (maggiori info).

A volo d’angelo

Michelangelo Canzi

21.08.2025 19:00

di Federica Cottini

con Michelangelo Canzi

regia Federica Cottini

una produzione Teatro Nuovo di Pisa, Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi (Milano)

Adulti

Arzo - Corte Solari

Durata: 60' incontro con il pubblico al termine dello spettacolo

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Sono felice che mio figlio non sappia niente della guerra.

 Io non gliela spiego.

Not today.

Però la spiego a chiunque mi paghi.

You, tourist.

My pain is my money.

Vuoi la guerra, ti vendo la guerra.

Business

 

A volo d’angelo nasce da un lungo lavoro di ricerca sul campo in Bosnia Erzegovina. Al centro, la figura di una guida turistica realmente incontrata, che trasforma il proprio passato in merce da vendere ai turisti. Attraverso di lei, lo spettacolo intreccia ricordi personali, storie raccolte a Mostar, Sarajevo e Srebrenica, e riflessioni sul senso della memoria oggi. Il ponte di Mostar diventa simbolo fragile e potente di ciò che resiste al tempo e alla guerra. Un racconto lucido, ironico e necessario ai tanti mondi che ci attraversano, che ci interroga su ciò che accade quando dimentichiamo e su cosa possiamo ancora imparare da un passato che ci riguarda da vicino.  

Crazy Bosnian guy è una guida turistica e ci accompagna per le strade della sua città, Mostar, nel sud della Bosnia Erzegovina. È un personaggio loquace, sopra le righe: il suo soprannome, se l’è guadagnato sul campo. Mentre il tour procede, veniamo risucchiati nel turbine dei ricordi. Crazy Bosnian guy negli anni Novanta era un ventenne: la guerra nei Balcani è viva nella sua memoria. Ci parla della ricchezza della Jugoslavia di Tito, del crollo della confederazione, dell’avvento di governi instabili, del sentimento jugonostalgico. E della situazione attuale, definita dagli stessi abitanti ‘una polveriera pronta ad esplodere’. Perché interessarci a una storia in apparenza distante da noi? Ricordare, oggi, ha ancora un senso?  

“Con questo lavoro vogliamo indagare il tema della memoria. Di una storia recente, avvenuta a pochi passi da noi, iniziamo già a sapere molto poco. La struttura della nostra indagine è un continuo procedere avanti e indietro nel tempo, tenendo come punto centrale delle nostre esplorazioni la città di Mostar e il suo ponte, testimone di tutto ciò che ha attraversato la Bosnia dagli anni 90 ad oggi. In cosa era diversa la situazione balcanica da quella dell'Europa di oggi, dai nostri governi che tendono sempre più a un isolamento nazionalista? Possiamo imparare qualcosa dal passato per non ripetere oggi ciò che è stato?”  

Federica Cottini  

 

Al termine dello spettacolo gli artisti Federica Cottini e Michelangelo Canzi incontrano il pubblico, accompagnati da Agata Bervini, attrice e collaboratrice del Festival, per confrontarsi sullo spettacolo.