La ventiquattresima edizione del Festival internazionale di narrazione di Arzo, “Inarrestabile è la notte”, si è conclusa con grande partecipazione ed entusiasmo. Il festival serale ha animato i luoghi tradizionali di Arzo – la piazza, le corti, il giardino e le vie – con spettacoli, incontri, musica e danze.

 

Un sentito ringraziamento a tutte le artiste, gli artisti, le spettatrici, gli spettatori e a tuttə coloro che hanno collaborato, rendendo speciale questa edizione.

 

Vi aspettiamo alla prossima edizione, dal 21 al 24 agosto 2025.

 

Nell’attesa, vi ricordiamo la possibilità di iscrivervi alla newsletter e l’importanza di associarvi, un contributo per il festival sempre più prezioso: è possibile diventare sociə del Festival versando un importo minimo di fr. 50.—, sul conto corrente postale intestato a Associazione Festival di narrazione (maggiori info).

Ilva football club

Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo, Emanuele Cavalcanti

23.08.2024 18:30

con Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo, Emanuele Cavalcanti

di Usine Baug & Fratelli Maniglio

una produzione Campo Teatrale

Adulti

Arzo - Palestra Scuole

Durata: 85' nello spettacolo sono presenti luci che potrebbero infastidire le persone fotosensibili

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C’era una volta un campo da calcio in mezzo al quartiere, uno di quei campi di periferia che ti segnano le ginocchia per tutta la vita, quelli con le porte fatte di tubi innocenti, le reti rubate ai pescatori e lungo la recinzione metallica distese di mozziconi spenti a fare compagnia ai tifosi. Quelli dove tutti, o quasi, hanno sognato di diventare calciatori. In quell’arena per gladiatori giocava una squadra di undici uomini, che scendevano in campo senza pretese e che non sospettavano per niente del destino che li attendeva. Questa è la storia di una cavalcata incredibile, di un gol impossibile all’ultimo minuto e del sogno chiamato ILVA FOOTBALL CLUB. La storia della più grande acciaieria d’Europa s’intreccia alla leggenda di una piccola squadra nata proprio sotto le ciminiere dell’Ilva, per raccontare la storia di una città sacrificabile, che oggi è Taranto ma domani potrebbe essere un’altra città, mostrandoci che quanto ciò che accade ci riguarda molto più di quanto immaginiamo.   Nel 2022 un rapporto dell’ONU inserisce Taranto tra le zone di sacrificio: quei luoghi ritenuti sacrificabili in nome del progresso o della produzione di beni di consumo e che rappresentano la peggiore negligenza immaginabile dellobbligo di uno Stato di rispettare, proteggere e realizzare il diritto a un ambiente pulito, sano e sostenibile”. I più giovani in particolare sono vulnerabili agli effetti negativi sulla salute dellesposizione allinquinamento e alle sostanze tossiche che causano più di 1 milione di morti premature tra i bambini sotto i 5 anni. Da qui parte la nostra ricerca: tutti i testi sono tratti da archivi storici, documentari e interviste fatte a Taranto. La compagnia ha avuto la fortuna di poter lavorare attivamente sul territorio anche grazie allaccoglienza della Cooperativa Teatrale Crest, situata proprio nel quartiere Tamburi di Taranto, e alla partecipazione di Pietro Pingitore in qualità di documentarista e antropologo visuale. ILVA FOOTBALL CLUB utilizza la narrazione calcistica (rendendola accattivante anche per i non calciofili) per raccontare la vita e la storia della città di Taranto, strettamente legata alla storia dell’ex Ilva: l’acciaieria più grande e più inquinante d’Europa. Con leggerezza e ironia lo spettacolo analizza la storia di oltre 60 anni del centro siderurgico, mostrando come la promessa di progresso e prosperità si sia lentamente trasformata in disillusione, rabbia, prigione e ricatto. Il dramma condensato in un dilemma: salute o lavoro.   La narrazione è guidata da un presentatore di un programma sportivo che, abbattendo la quarta parete, tra aneddoti e telecronache, racconta la storia della fantomatica Sidercalcio, alias ILVA FOOTBALL CLUB: una piccola squadra composta da operai che, un po’ per fortuna, un po’ per talento e tenacia, sorprende tutto il Paese facendosi strada tra le più grandi squadre di professionisti, fino ad arrivare alla finale di Coppa Italia. Un sogno che lentamente si scontra con la realtà, si sgretola, portandoci dentro il dramma. Alla narrazione calcistica si intrecciano monologhi e momenti corali che compongono un’altra storia, più intima, la storia di “una famiglia Ilva” nata e cresciuta ai piedi del mostro, una delle tante colpite dal mostro. Questa storia racchiude la vita di molte famiglie di Taranto e allo stesso tempo la vita di tante famiglie in altre città sacrificabili, città che sono esistite o che forse esisteranno tra 100 anni. Città con altri mostri, produttori di altre cose e generatori di altri mali che ci permetteranno di continuare a consumare al di là dei nostri limiti.   Una composizione scenica basata su colori, materiali, luci e suoni dell’Ilva e del quartiere Tamburi. L'acciaio, il rosso delle polveri, il nero lucido delle cozze che non si possono più mangiare, le maglie da calcio che brillano di minerali dopo il turno in fabbrica o dopo una partita sul terreno inquinato. I suoni incessanti delle macchine, degli altiforni. Cinque attori si palleggiano le narrazioni tra racconti corali e coreografie, monologhi, immagini, telecronache, pubblicità e moviole. L’estetica calcistica si traduce attraverso quadri fisici in movimento, che sovrapposti a testimonianze audio, giocano con le doppie immagini e i significati. La realtà delle voci ascoltate incontra così la loro trasposizione teatrale fatta da attori e attrici che a Taranto non hanno mai vissuto.   I FUMI GRIGI CHE COPRONO IL PAESAGGIO E… INARRESTABILE È LA NOTTE